Seminario di Musicologia Applicata: polifonia a 3 voci fra ‘500 e ‘600

Domenica 26 febbraio 2017, ore 16-18
Aula Magna del Dipartimento di Musica Antica di Brescia (via Bollani 20)

«Tres sunt qui testimonium dant in coelo»

Innovazione e tradizione nella polifonia a tre voci di area padana e bresciana
fra Cinque e Seicento

Conferenza aperta al pubblico a cura di Silvia Perucchetti
Offerta musicale a cura degli allievi del Dipartimento di Musica Antica di Brescia

L’incontro, a carattere divulgativo, è dedicato alle raccolte di messe e mottetti a tre voci pubblicate nel Nord Italia al volgere del XVI secolo.
Sospeso in una fase di transizione ancora poco studiata eppure di capitale importanza nell’evoluzione dello stile concertato e per la graduale affermazione editoriale degli organici vocali ‘ridotti’ (è del 1602 la pubblicazione dei celebri Cento concerti ecclesiastici di Lodovico Viadana), le messe ed i mottetti pubblicati fra gli anni ’80 del Cinquecento ed il 1610 appaiono tanto attraversati da tendenze progressiste, quanto mai realmente emancipati dai modelli compositivi del secondo Cinquecento.
Se nelle intonazioni su testo della messa si intravede una sorta di indugio, da parte dei compositori, nell’intraprendere sperimentazioni compositive, forse a causa dell’immutabilità e del rilievo dottrinale assunto dal testo liturgico dell’Ordinarium nel contesto rituale, al contrario è ben evidente la straordinaria vitalità del genere del mottetto nei primissimi anni del Seicento: questa forma accoglie e sviluppa le più interessanti istanze d’innovazione concentratesi col passaggio al nuovo secolo, in un momento storico che risente della distanza dai modelli rinascimentali e aspira profondamente ad un rinnovamento linguistico ed espressivo.
Le tecniche compositive impiegate garantiscono la facile cantabilità consona al numero modesto di voci che consentiva un regolare impegno della musica figurata anche alle cappelle minori, senza dover fare appello a musici supplementari; allo stesso tempo, i compositori ben volentieri colgono l’occasione offerta dall’agile e ridotta dimensione del mottetto per saggiare le nuove vie del linguaggio musicale.
Fra i compositori presi in esame si segnalano due figure di grande interesse: Valerio Bona, bresciano e attivo in S. Francesco nel 1611, grande anticipatore di quasi tutti gli elementi compositivi che contraddistingueranno il nuovo stile; Antonio Mortaro, a sua volta frate francescano attivo a Brescia dal 1606 e considerato uno degli autori chiave del repertorio sacro prima e durante l’avvento del basso continuo.

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