Un piccolo esperimento sulla sinestesia: il Sicut Cervus di Palestrina e il suono azzurro
In apertura: Paul Klee, Poliphonie, 1932 (Kunstmuseum Basel)
Da sempre i direttori di coro e d’orchestra e gli insegnanti di musica si avvalgono di espressioni che mescolano parole che appartengono a sensi differenti: un suono ‘chiaro’, ‘leggero’, ‘felice’, ‘grasso’, perfino ‘azzurro’ è quello che spesso mi capita di chiedere al coro, nel tentativo di arrivare esattamente all’idea sonora che ho in testa, e che al contempo è anche la descrizione di un’emozione, la mia. Un metodo di comunicazione funzionale e per metafora, che si rivela quasi sempre più efficace di una richiesta tecnica: non dimentichiamo che da sempre la teoria musicale contiene termini mutuati da altre sfere sensoriali, dai colori espressivi al timbro, ossia la qualità del suono (in inglese tradotto anche come tone-color e in tedesco con Klangfarbe), dalla tonalità alla blue note del jazz.
E, all’inverso, mi piace proporre ai coristi anche questo piccolo esperimento: “di che colore è questo pezzo?”, chiedo loro, scatenando come sempre reazioni miste che vanno dalla spontanea e immediata risposta di chi ha compreso immediatamente cosa intendo (o è già abituato descrivere esperienze come quella musicale ricorrendo a metafore libere), ad una certa timidezza e paura di dare una ‘risposta sbagliata’, fino al dibattito su cosa si intenda precisamente per sinestesia. Questo termine può infatti definire sia la figura retorica con cui nella creazione letteraria si accostano due parole tratte da sfere sensoriali diverse (‘urlo nero’, ‘il colore del vento’, ‘voce ruvida’), nonché il «fenomeno neurologico in cui la stimolazione di un senso o di una parte del cervello porta all’involontaria esperienza in un secondo senso o parte del cervello»1.
Molti di noi (talvolta influenzati dai primi libri scolastici) associano spontaneamente diversi colori alle lettere dell’alfabeto e ai numeri da 0 a 9, ma il fenomeno è ben più articolato e vario: sono ampiamente documentati artisti e compositori che associavano e tutt’ora associano suoni e colori nel processo creativo, da Olivier Messiaen a Vasilij Kandinskij, ad Aleksandr Skrjabin, che amava sperimentarne gli effetti psicologici sul pubblico tanto da inventare uno strumento a tastiera che emettesse luci colorate in relazione ai tasti premuti (il color organ detto Chromola, evoluzione del clavier à lumières o tastiera per luce, concepito per l’esecuzione del poema sinfonico Prométhée. Le Poème du feu nel 1915).
Un piccolo esercizio di fantasia quindi, che nella sua apparente semplicità cela in realtà una riflessione di analisi, per quanto istintiva (si pensi al collegamento fra colori caldi e triadi maggiori), e un ragionamento su se stessi, evidenziando quali termini e concetti del testo cantato ci hanno colpito maggiormente tramutandosi in colori, associazioni libere e altre sensazioni ‘laterali’. Associazioni e sensazioni che certamente partecipano anche ai processi di memorizzazione di melodia e armonia e che – se compresi e potenziati – possono costituire una risorsa ulteriore per tutti noi: si pensi al ruolo in termini di memoria eidetica (o ‘visiva’, ‘fotografica’) che riveste l’utilizzo di colori diversi per marcare concetti e strutture nello studio di un testo scritto, non necessariamente musicale, o all’uso di colori diversi per dinamiche come piano e forte nello studio di direzione e lettura della partitura.
Il sondaggio su Sicut cervus di Palestrina
>>> partecipa! Di che colore è per te Sicut cervus?
I risultati che seguono sono l’esito di un sondaggio che ho posto ai miei coristi chiedendo loro come avrebbero descritto il colore del Sicut cervus di Giovanni Pierluigi da Palestrina (compositore di cui ricorrono quest’anno i 500 anni dalla nascita), un brano che cantiamo da molti anni (anche in cori differenti) e conosciamo molto bene; queste le risposte, ordinate per… tonalità:
• «azzurro», «azzurro celestiale o acqua che disseta», «azzurro, ma molto tenue», «color acqua di mare», «azzurro come l’acqua», «assolutamente celeste, non può essere rosso», «azzurro luminoso, il cielo che si schiarisce», «all’inizio azzurro e verde (colline e acqua limpida), alla fine grigio e rosa perché più malinconico», «celeste chiaro, con venature bianco-trasparenti per via dell’immagine del cervo che sale la montagna alla ricerca della sorgente» (diverse di queste descrizioni sono state riportate in modo pressoché identico ma indipendente da coristi diversi; la ricorrenza del colore azzurro segue da vicino il peso che ha il ruolo dell’acqua nell’interpretazione del versetto: sicut cervus desiderat ad fontes aquarum, ita desiderat anima mea ad te, Deus, ‘come la cerva anela alle fonti d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio’);
• ricorrenti sono il colore verde e l’associazione con scenari bucolici: «verde» (per almeno tre coristi), «verde e azzurro», «il verde dei laghi di montagna»;
• «giallo e color dell’alba», «giallo molto chiaro e luminoso», «due colori intrecciati: giallo topazio cristallino e celeste», «bianco, ma sempre con i riflessi di luce del sole sull’acqua (e lo stesso per il giallo o l’azzurro); non è rosso», «non riesco ad immaginare altro che luce… il bianco forte che ti abbaglia se guardi il sole e che spicca tra tutti all’imbrunire, ma che è anche puro, dolce e limpido», «bianco», «bianco perlaceo», «bianco panna e rosa pastello»;
• «color terra di Siena», «rosso», «rosa», «rosa cipria o colore ‘cotto’ del fard» (questa ultima caratterizzazione, che è la mia, sorprendentemente è stata indicata in modo del tutto analogo anche da un’altra corista; diversi sono inoltre i coristi che associano al brano colori caldi, mutuati presumibilmente dall’armonia quasi completamente dominata da accordi maggiori);
• «viola», «lilla, viola del pentimento ma reso gentile dalla delicatezza della rinascita»;
• descrizioni ‘miste’: «sfumato a pois di color ocra o color mattone, su sfondo composto da fasce di verde acqua tenue e celestino; a tratti anche bianco e argento come riflessi dei raggi di sole sull’acqua corrente», «arancione cangiante con sprazzi di verde e giallo», «un mix di verde e arancione, ossia pace, armonia ed energia».
Con questa piccola spigolatura – e chissà, magari spunto per analoghi esperimenti – vi lascio alla lettura del numero 2 / 2025 di FarCoro, in gran parte dedicato a Santa Cecilia, patrona dei musicisti e della musica:
• il mio editoriale completo
• articoli leggibili in formato blog
• rivista da sfogliare
Partecipa al sondaggio: di che colore è Sicut cervus?
(Sondaggio sviluppato da Marcello Romani)2
1. https://fondazionepatriziopaoletti.org/glossario/sinestesia/; esperienze analoghe possono coinvolgere perfino la percezione della temperatura: https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/i-blog-della-fondazione/il-blog-di-airicerca/hai-mai-visto-un-sapore-o-udito-un-colore-e-la-sinestesia [entrambi i link consultati il 05/04/2025].




